Blog segnalato
da IlMessaggero
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:: Saturday, January 18, 2003 ::
USA: DISARMEREMO L'IRAQ ANCHE SENZA L'ONU
POWELL: NON OCCORRE UNA SECONDA RISOLUZIONE DELL'ONU
«Riteniamo che entro la fine del mese sarà stata dimostrata in modo convincente la mancata cooperazione dell'Iraq» con gli ispettori dell'Onu. Lo ha dichiarato
il segretario di Stato americano, Colin Powell, in una intervista al Sueddeutsche Zeitung.
Gli Stati Uniti, ha aggiunto il segretario di Stato, «hanno sempre sottolineato che le Nazioni Unite potranno agire senza una seconda risoluzione, se siamo convinti che l'Iraq continua a possedere armi di distruzione di massa o intende produrne di nuove».
CONTO ALLA ROVESCIA
Il 27 gennaio gli ispettori Onu consegneranno al Consiglio di Sicurezza Onu il loro primo rapporto ufficiale e il giudizio sul rapporto consegnato dall'Iraq all'Onu il 7 dicembre per dimostrare di non possedere piu' armi di distruzione di massa. In base alla risoluzione Onu 1441 emanata a novembre l'onere della prova spetta a Saddam Hussein Due giorni fa il ritrovamento di 11 proiettili vuoti che avrebbero potuto contenere sostanze chimiche. La presenza delle armi era stata omessa nel rapporto consegnato da Baghdad a novembre.
Leggi IL TESTO della risoluzione onu 1441 [>]
USA-GB, ATTACCHI SUL SUD DELL'IRAQ
Lo rende noto il Comando Centrale di Tampa in Florida,precisando che l'incursione contro installazioni della difesa contraerea irachena nel Sud del Paese è avvenuta dopo che gli iracheni avevano aperto il fuoco.
TERRORE TOTALE
«Se l'Iraq verrà attaccato...qualsiasi interesse americano diventerà un obiettivo a portata di tutti i mussulmani, arabi e palestinesi». Lo ha minacciato Mahmoud al-Zahar, uno dei leader di Hamas, mentre manifestava a Gaza insieme
ad altre tremila persone durante la manifestazione che si è tenuta ieri a Gaza in sostegno di Saddam Hussein, in ricordo dell'inizio della guerra
del Golfo.
IN MARCIA CONTRO LA GUERRA
Dall'Italia alla Francia, dalla Germania agli Stati Uniti, migliaia di
pacifisti nel fine settimana scenderanno in piazza per gridare il loro
no' a una guerra contro l'Iraq che sembra avvicinarsi sempre di più.
ALTRI PAESI - Dimostrazioni sono in programma anche in BELGIO, EGITTO
e in vari paesi dell'AMERICA LATINA.
DICONO
Blair: esprime un «forte sostegno» ad Hans Blix e agli ispettori
dell'Onu in Iraq, sottolineando con favore «il continuo aumento dell'intensità del programma di verifica».
Berlusconi: piu' tempo per gli ispettori Onu
Schroder: favorevole all'ipotesi di esilio per Saddam
Chirac: gli ispettori hanno chiesto piu' tempo. Il buon senso ci obbliga a dire sì | |
:: laura 4:06 AM [+] ::
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:: Friday, January 17, 2003 ::
:: laura 9:49 AM [+] ::
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TROVATE ARMI CHIMICHE
Bagdad: non sono vietate, perché non ci sono agenti chimici. Onu: non si tratta delle pistole fumanti, ma l'Iraq ha mentito.
Il dopo Saddam: l'Arabia Saudita prepara un colpo di Stato. Il Raìs cerca esilio.
Usa: guerra a colpi di spot.
I costi della guerra
Gli ispettori Onu hanno trovato 11 testate chimiche vuote in un deposito militare iracheno. Secondo gli ispettori le ''ogive'' sono in perfette condizioni. Per Bagdad non si tratta di armi vietate, perché sono in disuso e non contengono agenti chimici. Blix ha sostenuto che l'Iraq non collabora abbastanza. Bush dalla Casa Bianca ripete che ''il tempo sta per scadere''.
Usa: non è la prova schiacciante
Gli Stati Uniti non parlano di ''pistola fumante'', ossia la prova schiacciante dell'esistenza di armi di distruzione di massa. Quelle ogive lo sarebbero -osservano al Pentagono- se non fossero vuote. Ma non sono state denunciate dall'Iraq nel rapporto di 12.000 pagine consegnato a fine anno.
Belgio: 150 giuristi contro l'intervento in Iraq
"Il diritto internazionale non ammette la difesa preventivae non prevede la possibilità che uno stato possa ricorrere unilateralmente all'uso della forza per
rovesciare un regime". Un appello, firmato da 150 giuristi, chiede di avere prove certe prima di attaccare l'Iraq.
LE SOIR, Belgio, www.lesoir.be
IL DOPO SADDAM
L'Arabia Saudita e altri Stati arabi stanno cercando di orchestrare un colpo di stato per estromettere Saddam Hussein e arrivare a una conclusione alla crisi irachena preferibile a un guerra sferrata dagli Usa. Lo riporta il settimanale Time.
Il governo iracheno sta cercando di ottenere garanzie che consentano al presidente Saddam Hussein e ad altri alti dirigenti iracheni di andare in esilio, mettendo così fine all'attuale tensione, afferma il settimanale tedesco Der Spiegel.
GUERRA A COLPI DI SPOT
Usa: pacifisti contro interventisti
Negli Usa parte oggi la campagna pubblicitaria contro la guerra in Iraq. Lo spot riprende una pubblicità intitolata Margherita realizzato nel '64 per la campagna per Lyndon Johnson contro il repubblicano Barry Goldwater: una bambina in un campo di margherite che stacca uno per uno i petali di un fiore. Lo speaker fa il conto alla rovescia per l'esplosione di una bomba atomica, raffigurata con una grande nuvola a forma di fungo. Margherita II, lo spot contro la guerra in Iraq, realizzato dal gruppo di attivisti online MoveOn.Org, inizia con la bambina nel campo e finisce con l'esplosione nucleare. In mezzo, lo speaker dice: «Guerra contro l'Iraq. Forse finirà presto. Forse no. Forse si allargherà. Forse gli estremisti prenderanno il controllo dei paesi nuclearizzati». Il filmato conclude con le parole: «Lasciamo il tempo perchè le ispezioni possono funzionare».
Contemporaneamente aumentano le pubblicità dove rullano i tamburi di guerra. Il settore difesa della Boeing ha comprato pagine intere dei maggiori quotidiani, per stamparci la foto di un soldato che tiene l'occhio nel mirino di un'arma e l'orecchio agli apparati di comunicazione satellitari. «Nessun combattente è solo», spiega la pubblicità, perchè «condivide la conoscenza di milioni di persone».
Lo U.S. Army, l'Esercito americano, a sua volta ha rilanciato la campagna di reclutamento all'insegna del motto «tu sei un esercito di una sola persona».
Gli spot dell'amicizia con i musulmani
Il Dipartimento di Stato ha realizzato una serie di spot chiamati 'Shared Values' (valori condivisi) per risollevare l'immagine degli Usa nei paesi arabi. Gli spot si stanno trasmettendo attualmente in Africa e Asia centrale e meridionale. Secondo il Wall Street Journal, però, nelle ultime settimane sarebbero arrivati i 'nò dell'Egitto, del Libano e della Giordania, seguiti da problemi in vari altri paesi.
I COSTI DELLA GUERRA
Per il 2003 il Pentagono ha già chiesto un budget di 396 miliardi di dollari, pari a sei volte quello delle forze armate della Russia e a 26 volte quelli di tutte le nazioni definite nemiche sommate insieme (Cuba, Iran, Iraq, Libia, Corea del Nord, Sudan e Siria). Buona parte del budget finisce ai maggiori fornitori del Pentagono, che sono anche i protagonisti delle campagne tv di questi giorni. Nell'anno fiscale 2001, Lockheed Martin ha ricevuto appalti militari per 14,7 miliardi di dollari, seguita da Boeing (13,3), Newport News Shipbuilindg (5,9), Raytheon (5, 6) e Northrop Grumman (5,2).
I VOSTRI INTERVENTI
Purtroppo un pò tutti hanno la sensazione che i giochi siano ormai fatti, e forse hanno ragione. Sono però convito che bisogna andare avanti nel dire no a questa inutile guerra e a farlo con forza ed in ogni momento, anche se appare chiaro che è difficile sensibilizzare una classe politica inetta, zuccherosa e commediante su temi di questa portata.
Postato da mansa (http://mansa.splinder.it)
:: laura 12:36 AM [+] ::
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:: Thursday, January 16, 2003 ::
USA: GUERRA SENZA PROVE USA: GUERRA ANCHE SENZA LE PROVE
La guerra contro l'Iraq potrebbe essere lanciata dagli Stati Uniti anche senza che gli ispettori delle Nazioni Unite abbiano raccolto nuove prove contro Saddam Hussein. Lo spiegano fonti dell'Amministrazione americana citate dal New York Times. Gli Stati Uniti stanno inoltre esercitando pressioni affinché il capo di Unmovic, Hans Blix, cancelli il briefing di fine marzo al Palazzo di Vetro.
ISPEZIONI/
BLIX: SERVE PIU' TEMPO E MAGGIORE COLLABORAZIONE DA PARTE DI BAGHDAD
I responsabili delle ispezioni in Iraq sono pronti a chiedere «un'estensione del mandato» per poter ultimare indagini e sopralluoghi, ma Baghdad deve fornire loro una «cooperazione attiva» per evitare il peggio.
IL MERCATO REAGISCE/
A DICHIARAZIONE DI BLIX FA IMPENNARE IL PREZZO DEL PETROLIO
Forte apprezzamento del petrolio dopo le dichiarazioni del capo degli ispettori Onu, Hans Blix, che ha invitato l'Iraq a fare di più per evitare il rischio di una guerra. Il Brent consegna febbraio, che scade oggi, è salito a 31,7 dollari (+1,6%) il barile
ANKARA PREPARA LA PACE/
La Turchia prepara una dichiarazione congiunta finalizzata a trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena. Lo Stato presidente di turno dell'Unione Europea, presenterà la dichiarazione al vertice convocato per la prossima settimana ad Ankara, tra i capi di stato e di governo di sei paesi mediorientali: Arabia saudita, Egitto, Iran, Giordania, Siria e Turchia. Il vertice è l'ultima tappa del piano diplomatico elaborato da Ankara per cercare una soluzione pacifica alla crisi. Due settimane fa il premier Abdullah Gul ha visitato i cinque paesi mediorientali, che, tranne l'Egitto, sono, come la Turchia, confinanti con l'Iraq.
RICORRENZE/
Alla mezzanotte di oggi (le 22:00 in Italia) gli iracheni cominceranno le celebrazioni del 12/o anniversario dell'inizio della Guerra del Golfo che, denominata militarmente 'Operazione tempesta nel deserto dagli Usa, fu subito ribattezzata 'la madre di tutte le battaglie da Saddam Hussein.
LA NATO NON HA DECISO/
La Nato non ha preso ancora alcuna decisione sulla richiesta americana di utilizzo delle sue basi in un eventuale conflitto con l'Iraq: lo ha detto il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Lord Robertson, oggi in visita ad Atene.
IN ITALIA/MARTINO: LA GUERRA NON E' INEVITABILE
La guerra contro l'Iraq «non è affatto inevitabile» e il fatto che l'Italia abbia dato il suo ok al sorvolo dello spazio aereo nazionale da parte dei caccia Usa «non prova che sia stata presa una decisione». Lo ha affermato il ministro della Difesa, Antonio Martino
DICONO/IL PREMIO NOBEL GUENTER GRASS
È in nome del petrolio che gli Stati Uniti ed i loro alleati vogliono andare in guerra contro il regime di Saddam Hussein. A lanciare l'accusa è l'intellettuale tedesco Guenter Grass, che in una dichiarazione rilasciata all'agenzia di stampa tedesca Dpa sulla crisi irachena punta il dito contro le potenze occidentali, accusandole di «ipocrisia».
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:: laura 5:45 AM [+] ::
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:: Wednesday, January 15, 2003 ::
IL MONDO IN UN CLIC
IRAQ
Venditrice di petrolio curdo-irachena in Sulaymanyah city, Iraq, zona
controllata dal Puk (Unione, Patriottica Curda). I curdi occupano tre
delle 18 province dell'Iraq

KUWAIT
ESERCITAZIONI MARINES USA
membri del terzo battaglione della Compagnia Bravo nel deserto del Kuwait

LE DUE COREE
Un soldato della Corea del Nord sullo sfondo, e uno della Corea del Sud
a Panmunjom nella zona demilitarizzata che spacca in due la nazione
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:: laura 6:09 AM [+] ::
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Bush: "Sono stanco e stufo"
George W. Bush è intervenuto sull'Iraq: "Non c'è nessun segnale che Saddam Hussein stia procedendo al disarmo. Il tempo è ormai scaduto. Sono stanco e stufo dei continui sotterfugi". Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha dichiarato di avere fiducia in una soluzione pacifica della crisi.
ARAB NEWS, Arabia Saudita
IL SADDAMOMETRO DI OGGI: 60 per cento.
Probabilità che ci sia una guerra contro l'Iraq, secondo William Saletan di Slate. Calcolo compiuto analizzando le notizie del giorno. Ieri era del 61 per cento.
http://slate.msn.com/id/2076723/
:: laura 3:31 AM [+] ::
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:: Tuesday, January 14, 2003 ::
IRAQ: BLAIR SFIDA LE NAZIONI UNITE
Il premier britannico Tony Blair ha dichiarato che se Saddam Hussein non procederà al disarmo, la Gran Bretagna si schiererà con gli Stati Uniti nell'uso della forza. Secondo
Blair sarebbe preferibile una nuova risoluzione delle Nazioni Unite prima di un'eventuale azione militare. Ma ha aggiunto che Washington e Londra attaccheranno comunque,
anche se i membri permanenti del Consiglio di sicurezza non dovessero trovare un accordo.
THE INDEPENDENT
CHE MONDO FA'
NORDCOREA: ISPETTORE ONU, PIÙ PERICOLOSA DELL'IRAQ
Gli arsenali della Corea del Nord sono più «pericolosi» di quelli dell'Iraq: è la convinzione di un ispettore delle Nazioni Unite impegnato nella missione a Baghdad, il greco Dimitris Perrikos. In un'intervista al quotidiano ateniese «Ta Nea», l'esperto ha affermato che l'Iraq «ha fatto un grande sforzo per disarmarsi negli ultimi dieci anni, diversamente dalla Corea del Nord».«Hanno missili? - ha chiesto Perrikos - Nessuno li ha contati. Hanno armi nucleari? Si sospetta di sì, però nessuno lo sa al 100%. E si sospetta che abbiano anche armi chimiche e biologiche».
IRAQ 2003
IL 28 PARTONO GLI SCUDI UMANI ITALIANI
Presidieranno scuole e ospedali di Baghdad
Partiranno il 28 gennaio da Piazza San Pietro (Roma) i cosiddetti «scudi umani» italiani diretti in Iraq «per presidiare scuole e ospedali di Baghdad e altre città» nel caso di un attacco contro il Paese. «Siamo uniti dal profondo convincimento che la lotta al terrorismo, necessaria, dura, determinata, debba focalizzarsi nella ricerca e nella cattura dei terroristi e non fondarsi sull'intelligenza delle bombe - si legge in una nota dell'organizzazione ''Human shields-Scudi umani'' - Non crediamo che il modo migliore per sradicare il terrorismo sia creare nel mondo arabo una nuova, inesauribile fucina di odio verso l'Occidente». Il gruppo si unirà ai volontari provenienti dal resto d'Europa e il 4 sarà a Istanbul. Il 9 febbraio entrerà in Iraq.
ISPETTORI: SE NON LE TROVATE, METTELE, LE ARMI
Le ispezioni degli esperti dell'Onu negli arsenali iracheni potrebbero durare un anno. Il Consiglio di sicurezza è deciso a dare agli ispettori 'il tempo di cui abbiamo bisogno, secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'energia atomica. Intanto gli esperti dell'Onu per il disarmo iracheno, sono giunti al loro 41.mo giorno di lavoro. Finora non ci sono tracce di armi di distruzione di massa in Iraq e gli ispettori per il disarmo inviati dalla comunità internazionale, afferma uno di essi
citato da un quotidiano russo, sono ormai convinti «che non ci sia nulla» di quel che si sta cercando.
PROVE TECNICHE DI GUERRA
Migliaia di volontari dell'esercito al Qods (Gerusalemme), formato da iracheni, sono stati inviati in centri di formazione nel Paese arabo per sottoporsi ad un addestramento intensivo, secondo quanto riferito oggi da un dirigente di Baghdad. L'esercito al Qods, creato dal presidente Saddam Hussein per «liberare Gerusalemme» ha visto arruolarsi nei suoi ranghi in pochi anni un terzo della popolazione irachena, ossia oltre sette milioni di persone di tutte le età e di tutte le
condizioni sociali.
PROVE TECNICHE DI GOLPE
A Budapest dal 25 gennaio saranno addestrati circa tremila emigrati iracheni per la futura amministrazione del paese. I civili di nazionalità araba attualmente fanno parte dell'esercito americano, ma svolgeranno un'attività civile nell'Irak dopo la guerra: assicureranno il collegamento fra gli americani e le amministrazioni locali del paese.
:: laura 2:45 AM [+] ::
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:: Sunday, January 12, 2003 ::
L'ARMATA DI BUSH
Altri 62mila marines nel Golfo. Londra invia la flotta. La Cia inizia la guerra via e-mail. L'Italia apre lo spazio aereo agli Usa. Nel Golfo anche due navi della flotta russa. Intanto la Nord-Corea prepara nuovi test missilistici
MARINES - la marcia americana sul Golfo prosegue, con l'ordine di partenza per altri 62.000 soldati, il contingente più importante da quando è cominciata la mobilitazione soprattutto perché si tratta del grosso delle forze di terra. Il Pentagono vuol avere nel Golfo entro due settimane oltre 150.000 uomini. Due ordini di Rumsfeld mettono in movimento i soldati. A metà febbraio potrebbe scattare l'attacco all'Iraq. Gli ispettori dell'Onu in Iraq hanno ispezionato almeno sei siti questa mattina, mentre la stampa irachena ribadisce la sua richiesta di maggiore sostegno da parte della comunità internazionale contro «l'aggressione» degli Usa. Per Washington è Saddam che deve dimostrare di non avere arsenali di armi didistruzione di massa.
LONDRA INVIA LA FLOTTA - In totale cinquemila soldati a bordo della squadra navale. La folla saluta a Portsmouth la portaerei «Ark Royal». E' la più grande forza anfibia dai tempi delle Falkland. Nel timore di attacchi terroristici e bio-terroristici contro la famiglia reale britannica,a Buckingham Palace ed al castello di Windsor sono stati costruiti degli speciali bunker anti-terrorismo.
ITALIA - il ministro della Difesa Marino avverte il Parlamento di aver autorizzato gli aerei armati Usa a sorvolare i cieli italiani in viaggio erso il Golfo.
RUSSIA - Due navi della flotta russa del Pacifico si preparano ad una lunga missione di osservazione nella regione del Golfo. Lo hanno riferito oggi ufficiali dell marina russa, a condizione di mantenere l'anonimato. Obiettivo della missione «osservare la situazione militare nella regione per un possibile conflitto militare tra Iraq e
Usa».
NORD-COREA: NUOVI TEST MISSILISTICI - Continua a salire la tensione tra il Paese asiatico e gli Usa dopo l'uscita di Pyongyang dal Trattato di non proliferazione. L'ambasciatore a Pechino: "Potremmo riprendere i test". Un milione di persone in piazza a sostegno del governo.
La dichiarazione che Pyongyang potrebbe anche porre fine alla moratoria sui test missilistici. E la colpa sarebbe degli Stati Uniti, che hanno "reso non validi tutti i loro accordi". Come ha dichiarato, oggi, l'ambasciatore della Corea del Nord in Cina.
L'ALTRA GUERRA: LA PROPAGANDA_IN_IRAQ
GUERRA VIA E-MAIL - Il governo americano ha inviato a siti iracheni migliaia di messaggi di posta elettronica: si cercano potenziali disertori
Le forze armate americane si sono però cautelate: i messaggi elettronici non indicano la fonte di provenienza, sia per aggirare la possibile censura, sia per risultare non politicamente caratterizzati e avere così una maggiore presa sulle coscienze irachene. Un analogo tipo di messaggi è stato lanciato precedentemente attraverso trasmissioni radiofoniche che possono essere ascoltate dai cittadini iracheni.
IL VESCOVO DI BAGDAD, BUSH NON AGISCE DA CRISTIANO - «Bush ha sbagliato a parlare di crociata subito dopo l'11 settembre, perchè i musulmani esistono
anche in Occidente, come esistono i cristiani in Medio Oriente». Lo ha dichiarato il vescovo ausiliare della Chiesa caldea di Bagdad, monsignor Slamon Warduni, in un'intervista a «Il Corriere della Sera».
L'ALTRA GUERRA: BOLLICINE ISLAMICHE
“BEVETE IMPEGNATO...BEVETE MECCA COLA” - Un musulmano francese ha prodotto una bibita chiamata Mecca Cola, critica verso la politica estera americana, per raccogliere fondi per sostenere la causa palestinese. Le etichette delle bottiglie, alla cui produzione ha dato inizio Tawfiq Mathluthi con l’avvio del mese santo di Ramadan, riportano “Bevete impegnato… Bevete Mecca Cola”. Ha affermato Mathluthi, di origine tunisina, che “questo è un rifiuto della politica americana… questa cola sostiene i palestinesi”. Il 10% dei proventi ottenuti dalla vendita della bibita sarà destinato alla causa palestinese, per esempio attraverso la costruzione di scuole, d’ospedali, ecc. La vendita di questa bibita è incominciata in Francia, Belgio e Germania con l’inizio di novembre. Mathluthi (46 anni) ha sostenuto che di aver ricevuto ordini d’acquisto per più di un milione di bottiglie, con alcuni ordini provenienti dagli Stati Uniti. Ha aggiunto: “Negli Stati Uniti, abbiamo ricevuto ordini per la Mecca Cola da americani che non hanno niente a che vedere con l’Islam”.
ZAMZAMCOLA - Tawfiq ammette di essersi ispirato alla Cola iraniana, 'Zam Zam Cola', che ha grande successo in Iran e in diversi Paesi arabi. ''Se ti piacciono le bollicine ma odi lo zio Sam, boicottalo". In Iran, il concetto l'hanno capito benissimo. Quando nel 1979 la rivoluzione islamica dichiara la Coca Cola "verboten", gli iraniani, che adorano la bibita frizzante ma un po' meno gli americani, si sono messi a produrne una in proprio, la Zamzam Cola. Un successone. La "Zamzam", prodotta nei sobborghi di Teheran, sta registrando numeri straordinari (10 milioni di bottiglie negli ultimi quattro mesi in Arabia saudita e in altri Paesi del Golfo) e facendo la felicità del signor Firas Khawaja, general manager al-Majarrah Foodstuffs, la società che la distribuisce a Riad.
Nel frattempo la storia delle bottiglie islamiche continua a turbare il sonno dei manager della marca di Atlanta. A fine luglio, Steve Leroy, responsabile della comunicazione di
Coca-Cola per l'Europa e il Medio Oriente ammette un calo sensibile delle vendite, rifiutandosi però di fornire le cifre del disastro.
Babil, la versione online del quotidiano diretto dal figlio di Saddam Hussein, Uday (in arabo e inglese)
:: laura 2:51 AM [+] ::
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